Beschreibung
Piacenza, (1 e 1bis ciclostilati in proprio; dal numero 2-3 Unione Tipografica Editrice Piacentina; poi: Edigraf; Rotografica; SIPIEL - Milano), 1962-1980, Edizione originale. Collezione dal primo e rarissimo numero unico, ciclostilato in proprio del marzo 1962, al numero 74 dell aprile 1980, ovvero l intera prima serie, mancante dei numeri compresi dall 1bis al 13; fascicoli complessivamente in ottimo stato in brossura originale. Quando Piergiorgio Bellocchio e Grazia Cherchi diedero vita ai «Quaderni piacentini» nella primavera del 1962, le loro intenzioni erano già chiare: creare come dichiarato nelle righe introduttive al primo numero un «foglio di battaglia, portata non solo all esterno ma anche all interno». Rivista che si sarebbe fatta luogo d eccezione di alcuni dei più importanti dibattiti della sinistra extra-parlamentare e del neo-marxismo italiani e che avrebbe contribuito alla definizione dell identità del movimento studentesco e operaio del 68 facendosene in un certo senso simbolo -, all esordio i «Quaderni» si presentarono con le sedici pagine tirate in duecentocinquanta copie in ciclostile del "numero unico" datato marzo 1962. Seguito un mese dopo dal fascicolo sempre ciclostilato in proprio e ormai rarissimo al pari del primo denominato "1bis", a partire dal volume 2-3 dello stesso 1962 la rivista militante di Bellocchio e Cherchi divenne a stampa con l Unione Tipografica Editrice Piacentina a pubblicare questo e i successivi numeri fino al 48-49 del luglio 1973, poi sostituita dalle milanesi Edigraf, Rotografica e SIPIEL fino al conclusivo fascicolo 74 dell aprile 1980 (una "nuova serie" dei «Quaderni» sarebbe apparsa per quindici numeri dal 1981 al "quarto trimestre" 1984). Inizialmente legate anche alla dimensione locale ma da subito attenti al più vasto panorama politico, culturale e letterario con le rubriche «Il franco tiratore», «Libri da leggere e da non leggere» e i contributi di critica cinematografica di Goffredo Fofi a offrire sferzanti recensioni -, le pagine di Bellocchio e Cherchi trovarono nel legame con Franco Fortini uno dei punti insieme più alti e fondativi. Come ricordato dallo stesso Bellocchio in «Franco Fortini e la scommessa piacentina» («L Unità», 24 novembre 1994): «Ho conosciuto Fortini intorno al 58- 59, quando accettò di venire a Piacenza a parlare ad un circolo culturale che dirigevo con alcuni amici. Dire che cosa ho imparato da Fortini, in che misura la sua opera mi abbia formato e mi abbia costantemente accompagnato, nonostante i contrasti, sarebbe troppo lungo e anche difficile. Tutti coloro che scrivono pensano, consciamente o inconsciamente, a un lettore-giudice. Per quel che mi riguarda, in questa figura ideale, combinazione di più persone ben reali, Fortini è sempre stato presente, e spesso in posizione dominante. Quando iniziarono i "Quaderni piacentini", Fortini fu il primo intellettuale di prestigio a dare la sua collaborazione a questa rivistina fondata da giovani affatto sconosciuti, aprendo in un certo senso la strada ad altri». Minoritari per intima vocazione, militanti ma aperti a «testimonianze e opinioni anche contrastanti purché impegnate, vive, serie» - così di nuovo nell editoriale di presentazione -, i «Quaderni» registrano con il numero 28 del settembre 1966 l ingresso del già ricordato Fofi nel comitato direttivo insieme a Bellocchio (da sempre direttore responsabile) e Cherchi, comitato che in seguito si sarebbe allargato contando, nel 1974, la presenza di Luca Baranelli, Bianca Beccalli, Alfonso Berardinelli, Carlo Donolo, Giovanni Jervis, Michele Salvati e Federico Stame, oltre ovviamente ai fondatori Piergiorgio Bellocchio, Grazia Cherchi e allo stesso Goffredo Fofi. in 8°, brossura originale stampata su carta colorata diversa per ogni fascicolo, numero di pagine variabile. Edizione originale. Collezione dal primo e rarissimo numero unico, ciclostilato in proprio del marzo 1962, al numero 74 dell aprile 1980, ovvero l intera prima serie, Bestandsnummer des Verkäufers 20980
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